Dicono che si capisce davvero un concetto quando si è in grado di spiegarlo a un bambino. Spiegare yin e yang mette sempre a dura prova la mia capacità di renderlo in modo chiaro e semplice, ma quando si parla di macrobiotica non si può non citare questa teoria, che è la base di tutti i ragionamenti della Medicina Tradizionale Cinese.
È fondamentale conoscerla per due motivi:
[list style=”style2″] [li]Come diceva George Ohsawa, “La teoria senza la pratica è inutile, la pratica senza la teoria è pericolosa“[/li] [li]È quello che ci permette di capire come affrontare un disturbo e, quindi, come risolverlo[/li] [/list]Indice
L’uomo cerca risposte
Quello che sono portata a pensare è che l’uomo abbia creato la teoria di yin e yang perché è nella sua natura semplificare e cercare risposte. Quando si è trovato davanti i meccanismi della natura, cioè di tutto quello che lo circonda, ha dovuto creare un codice per ordinare e catalogare tutti i fenomeni, sia quelli esterni che quelli interni.
Yin e yang non sono altro che un codice che l’uomo ha trovato per spiegare e affrontare il mondo.
Un universo diviso in due
Osservando la natura, l’uomo si è accorto che era fatta di opposti: il giorno e la notte, la luce e il buio, il caldo e il freddo, l’espansione e la contrazione. Sono opposti, ma complementari. La divisione in due categorie ha permesso di capire meglio tutto quello che succedeva fuori, e, di conseguenza, anche dentro.
Siamo abituati a vederli raffigurati come il simbolo del Tao, e in effetti è la rappresentazione più semplice e immediata.
È il classico cerchio con una zona bianca e una nera, un pallino bianco nel nero e un pallino nero nel bianco. La lettura più facile è “nel buio c’è comunque un po’ di luce, e nella luce c’è comunque un po’ di buio”. Da un punto di vista più pratico, il Tao ci suggerisce che non esiste qualcosa che sia totalmente buio: yin e yang sono opposti, ma complementari. Senza uno non può esistere l’altro.
Yin
Lo Yin è il riposo e quindi a lui si riconducono il buio, la notte, il freddo, l’umido. È anche espansione, quindi leggerezza, energie che vanno verso l’esterno, dispersione, raffreddamento.
È l’energia espansiva della primavera, dell’infanzia e di tutto il regno vegetale. Viene rappresentato da un triangolo con il vertice in basso che raffigura l’energia che salendo si espande.
Yang
Lo Yang è il movimento e quindi a lui si riconducono la luce, il giorno, il caldo, il secco. È anche contrazione, quindi forza aggregante, energie che vanno verso il basso e verso l’interno, indurimento.
È l’energia racchiusa su se stessa dell’inverno, ma è anche il calore dell’estate. Viene rappresentato da un triangolo con il vertice in alto che raffigura l’energia che salendo si contrae.
Non è tutto qui, ci sono precisazioni importanti da fare.
1 – Non è una classificazione di merito
Non è che uno è buono e l’altro cattivo, uno meglio e uno peggio. Sono entrambi fondamentali, ognuno ha le sue caratteristiche, ognuno è più o meno adatto ad un contesto.
Ogni tanto mi si chiede se sia meglio Yin o Yang: non c’è una risposta, non è una gara, non sono fatti perché noi possiamo scegliere il meglio assoluto, ma perché possiamo usarli per trovare un equilibrio. La chiave di tutto è l’equilibrio: corpo e mente, per funzionare bene, devono trovarsi in uno stato di equilibrio, senza eccessi né da una parte né dall’altra.
2 – Tutto è in costante movimento
Viviamo immersi nell’alternanza: luce e buio, caldo e freddo, secco e umido, giorno e notte, attività e riposo. Questo rende chiaro il concetto che non può esistere yin senza yang e viceversa. Non esiste qualcosa che sia completamente yin o completamente yang.
Come chiarisce bene il simbolo del taoismo (☯), nello yin c’è sempre un po’ di yang e nello yang c’è sempre un po’ di yin. È quello che genera la vita.
3 – Tutto è relativo
Yin e yang hanno senso come classificazione solo se sono paragonati a qualcos’altro, non devono essere presi in senso assoluto. Facciamo chiarezza: come da punto 2, non esiste un fenomeno che sia esclusivamente yin (o yang). Esiste una forza prevalente ma non assoluta.
Ecco un esempio:
Il regno vegetale è classificato come yin, ma all’interno dello stesso ci sono elementi più yin o più yang. La verdura è più yang rispetto alla frutta. Ma all’interno della categoria verdura ci sono elementi più yin, le verdure che crescono verso l’alto (insalate, sedano, …), ed elementi più yang, per esempio le radici (carote, daikon, …). Quindi Yin e yang possono variare in base al termine di confronto che usiamo. Una carota è yin, perché è un vegetale, ma è più yang della lattuga.
Quando riconduciamo i vari fenomeni alla classificazione yin e yang dobbiamo sempre ricordarci di non pensarli in senso assoluto ma di metterli in relazione al contesto.
Yin e yang nella vita pratica
Ora che le premesse teoriche sono state fatte, proviamo a dare un senso pratico a yin e yang. Non è un teorema da imparare a memoria, ma devono essere usati ragionamento e buon senso. Qualunque cosa tu stia osservando può essere vista nell’ottica di yin e yang: una giornata di sole, un piatto di riso, un’emozione. Dato che la classificazione è immensa, per convenzione e per comodità le due categorie principali sono raggruppate in espansione e contrazione.
Non sentirsi in forma, anche solo il sentirsi stanchi, è segno che c’è qualcosa che non va, che è andato fuori equilibrio e che deve essere rimesso a posto. Yin e yang ci aiutano a capire come rimettere a posto. Per migliorare un disturbo dobbiamo capire che cosa lo genera e che cosa c’è alla base della sua natura. Solo dopo si può intervenire.
Per esempio, per lavorare sull’ansia bisogna prima chiarire da cosa è generata e come viene intesa da un punto di vista macrobiotico.
Ogni volta che ti trovi davanti ad un problema, anche apparentemente piccolo come può sembrare la cellulite, per capire come affrontarlo devi andare al nocciolo della questione e farti delle domande:
– Che cos’è?
– Da dove arriva?
– Come liberarsene?
– Come evitare che si ripresenti?
Le risposte vanno lette in chiave yin e yang.
Non è facile, soprattutto all’inizio.
Come imparare a riconoscerli
Per prendere dimestichezza con yin e yang e per riuscire a riconoscerli in quello che ti circonda, devi solo esercitarti a guardare e a mettere in relazione i vari fenomeni. Osserva le cose che ti circondano e prova a ipotizzare se si tratta di qualcosa di yin o di yang. Poi, prova a confrontare i fenomeni tra di loro. Una giornata di sole è più yin o più yang rispetto a quando il cielo è coperto? Una fragola è più yin o più yang rispetto a un’anguria? E così via. Vedrai che a forza di orientarti nel mondo con questa bussola l’osservazione diventerà più facile.
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