L’alimentazione sana è come il cane: non si abbandona quando si va in vacanza!
Ecco, dopo un anno di lavoro arrivano le tante attese vacanze.
E magari arrivano anche dopo un anno di mangiar sano.
Quindi come si fa a conciliare la vacanza del corpo con quella dello spirito?
All’inizio, anni fa, leggevo attentamente la mia guida e selezionavo i posti in cui potessi mangiare almeno vegetariano.
Questa tecnica è durata molto poco: spesso mangiare vegetariano vuol dire, soprattutto nei paesi nordici, patate e formaggi.
Sappiamo bene che spesso “mangiare vegetariano” è ben lontano da “mangiare sano”, quindi questa soluzione non funziona.
Negli anni successivi mi sono fatta furba e, oltre a cercare dei locali adatti, ho messo a punto un kit di sopravvivenza macrobiotico. 🙂
Indice
Perché mangiare sano anche in vacanza?
Hai ragione. Una vacanza è una vacanza, ed è bello rilassarsi sotto tutti i punti di vista. Si stacca la mente, si respira aria nuova, si scoprono nuovi posti e nuovi sapori, si perdono i filtri che ci accompagnano durante la vita lavorativa, ci si lasciano alle spalle problemi e tensioni.
Quindi perché costringersi a mangiare sano anche se siamo via?
- perché mangiare sano non è una costrizione, ma un piacere. E se passi tutto l’anno a prenderti cura di te una vacanza non è certo un buon motivo per un suicidio alimentare, ma, anzi, è un modo per amplificare i benefici che hai raggiunto. Se, invece, per te mangiare sano è una costrizione, vuol dire che non ci siamo 🙂
- perché se è già un po’ di tempo che mangi bene sai benissimo quali sono gli effetti del cibo schifezza sul tuo corpo: una o due volte alla settimana può anche andare bene, ma poi, se per quindici giorni fai solo pasti squilibrati, il tuo corpo te lo fa notare 🙂
- perché se non mangi come sei abituato, sarai annebbiato e non in forma e non è bello essere in vacanza e sentirsi spossati e appesantiti e con mille piccoli fastidi: quando capita a me divento rognosa e non mi godo la mia meritata vacanza. Ne vale la pena? Non è meglio essere lucidi e brillanti ed essere ricettivi a tutti gli stimoli esterni cui andiamo incontro per vivere la vacanza al 100%?
Come mangiare fuori in modo sano quando si è in vacanza.
Qui trovi le tecniche più utili:
- maggiore attenzione ai locali etnici: lo so, sembra un’eresia. Non dico di non mangiare niente di locale, ma di rivolgerti a locali in cui sia possibile mangiare un piatto di felafel, di riso indiano, di verdure o di noodles. In genere i condimenti sono liberi, quindi possiamo scegliere se e come insaporire il piatto. Certo, dipende dalla cucina tradizionale di dove siamo.
- più zuppe, più leggerezza alla sera, se possibile verdure crude e cotte. Come spuntini ho preso l’abitudine di comprare frutta di stagione (poca e locale) in qualche mercato o negozietto.
- chiedere di avere il piatto scelto senza condimenti, o senza un particolare ingrediente (ormai le richieste tipo “senza formaggio”, “senza salsa”, “senza olio” sono di uso comune).
- cercare ristoranti tipici locali in cui preparino i piatti sul momento, in modo che sia possibile chiedere qualche piccola variazione, se necessaria.
- portarsi il cuociriso, se si ha la possibilità di trasportarlo e di usarlo: è la manna dal cielo. Ogni camera d’albergo ha una presa cui attaccarlo, e basta portarsi o comprare dei cereali per avere almeno la colazione pronta senza dover cucinare (in vacanza chi ha voglia??). Lo puoi accendere e lasciarlo lì a preparare la tua crema di cereali mentre tu sei in giro a visitare la città, o in spiaggia a farti un bagno. Alcuni modelli sono leggermente ingombranti, ma io me lo porto dietro quando posso (in aereo è già più un problema).
Kit di sopravvivenza macrobiotica in vacanza
- Zuppa di miso istantanea: si trova in bustine monodose, basta dell’acqua calda per avere i benefici del miso senza dover cucinare e tagliare verdure;
- Tè kukicha: è un tè in rametti dalle forti proprietà rimineralizzanti e senza teina: puoi prepararti il thermos al mattino e berlo durante la giornata. Ricordati di riciclare la bustina, puoi usarla anche due volte;
- Purea di frutta: ormai si trovano ovunque quelle scatoline di purea di frutta senza zucchero. Non sono impegnative e, anzi, sono perfette quando c’è bisogno di uno spuntino;
- Un botticino di shoyu: per condire quando ordini un’insalata condita con salsine improbabili;
- Un vasetto di gomasio: come per la salsa di soia, puoi usarlo per condire ma anche per riprenderti dalla stanchezza. Il sesamo, infatti, aiuta a rimineralizzare e a sentire meno la stanchezza. Serve anche a contrastare l’eccesso di acidità che inevitabilmente avrai nel sangue mangiando fuori casa.
Concludendo
Forse ti sembrerà esagerato, forse pensi che una o due settimane capirai che differenza fanno.
Ti posso assicurare che la fanno. Certo, non ci si ammala per aver mangiato “male” per quindici giorni, ma la differenza a livello di benessere si fa sentire, eccome.
Quindi goditi la tua vacanza senza paura ma con un occhio a quello che, ormai, è il tuo nuovo equilibrio.
Non ti angosciare, però, eccessivamente. Va bene scombinare le energie per un po’, le rimettiamo a posto insieme al tuo ritorno 🙂
P.S. Se hai altri suggerimenti lasciali nei commenti, saranno utili a tutti!
Ma queste sono le istruzioni per ‘vivere da ammalati… E morire di malattia?’ 😉 scherzi a parte: ma davvero per 10-15 giorni di pasti che non siamo da ospedale rischi di avere piccoli e grandi disturbi fisici? Mi spiace, a me non è mai capito nulla del genere… Ma si vede che sono fortunato…
Ciao Davide, prima di tutto non mangio mai “pasti da ospedale”, se ti immagini piatti di riso bollito sei fuori strada (e non di poco!) 🙂 Poi sì, se io mangio fuori per dieci giorni, quindi stra-condito, con qualità dubbia, ecc, lo sento e sento che non sono al top della forma. Poi non per questo non vado in vacanza, ovviamente. Proprio perché voglio godermela cerco di fare in modo di essere più in forma possibile. Beato te che sei più fortunato! 🙂